Carcinoma delle Vie Biliari e della Colecisti

Biomarcatori –  La ricerca ha individuato diversi biomarcatori che possono essere utilizzati per la diagnosi precoce e il monitoraggio della progressione della malattia. I biomarcatori come CA 19-9 e CEA sono utili per valutare la risposta al trattamento e rilevare eventuali recidive.

Nuove Terapie – I recenti progressi nella ricerca medica hanno portato allo sviluppo di nuove terapie che stanno trasformando il trattamento del carcinoma delle vie biliari e della colecisti. Alcune delle terapie più promettenti includono:

• Terapie Mirate: Grazie alla caratterizzazione genomica, sono state sviluppate terapie mirate che colpiscono specifiche mutazioni genetiche. Ad esempio, gli inibitori di IDH1 e IDH2 sono utilizzati per trattare i pazienti con mutazioni in questi geni, mentre gli inibitori di FGFR2 sono efficaci nei pazienti con fusioni di FGFR2.
• Immunoterapia: l’immunoterapia, che potenzia il sistema immunitario del paziente per combattere il cancro, sta mostrando risultati promettenti. Farmaci come gli inibitori del checkpoint immunitario (ad esempio, pembrolizumab e nivolumab) sono in fase di sperimentazione clinica per valutare la loro efficacia contro il carcinoma delle vie biliari e della colecisti.
• Chemioterapia e Radioterapia Avanzate: le tecniche di chemioterapia e radioterapia stanno diventando sempre più precise e meno invasive. La combinazione di chemioterapia standard con nuovi agenti terapeutici sta migliorando i risultati del trattamento e la qualità della vita dei pazienti.

    I recenti sviluppi nella caratterizzazione biologica e nelle nuove terapie stanno aprendo nuove strade nel trattamento del carcinoma delle vie biliari e della colecisti. Le terapie mirate, l’immunoterapia e i progressi nella chemioterapia e radioterapia offrono nuove speranze ai pazienti, migliorando le prospettive di trattamento e la qualità della vita. È fondamentale consultare il proprio medico per discutere delle opzioni terapeutiche più appropriate in base al proprio caso specifico.

Già professore presso l’Università Vanvitelli di Napoli e Primario della Oncologia medica dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, laureato in Medicina e chirurgia presso l’Università Federico II di Napoli, è l’ideatore di Kerubin.