Tumori dell’Encefalo

Il trattamento dei tumori cerebrali ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni grazie alle innovazioni tecnologiche, alle nuove terapie farmacologiche e alla crescente comprensione della genetica dei tumori.

La diagnosi del carcinoma encefalico richiede l’impiego di varie tecniche diagnostiche avanzate, come la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata e la biopsia cerebrale. La consapevolezza dei sintomi, che possono includere mal di testa persistente, disturbi visivi, perdita di equilibrio e cambiamenti nella personalità, è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. La collaborazione interdisciplinare tra neurologi, neurochirurghi, radioterapisti e oncologi è essenziale per una gestione efficace dei tumori cerebrali.

La prevenzione del carcinoma encefalico è un argomento complesso, in quanto le cause esatte di questa patologia non sono ancora del tutto conosciute. Tuttavia, adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e il controllo dei fattori di rischio come il fumo e l’eccessivo consumo di alcol, può contribuire a ridurre il rischio di sviluppare tumori cerebrali. Inoltre, evitare l’esposizione a sostanze nocive e radiazioni ionizzanti può contribuire a prevenire lo sviluppo di questa malattia.

Questo capitolo è dedicato a esplorare i nuovi approcci chirurgici, i trattamenti combinati alternativi alla chirurgia, il trattamento adiuvante alla chirurgia e la caratterizzazione genetica che guida i nuovi trattamenti.

Nuovi Approcci Chirurgici

La chirurgia rimane una delle principali opzioni di trattamento per i tumori cerebrali, con l’obiettivo di rimuovere il tumore il più completamente possibile. Le nuove tecnologie hanno migliorato la precisione e la sicurezza degli interventi chirurgici:

  • Chirurgia Assistita da Immagini – Le tecniche di imaging avanzato, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e la tomografia a emissione di positroni (PET), consentono ai chirurghi di visualizzare il tumore in dettaglio e pianificare l’intervento con maggiore precisione.
  • Navigazione Neurochirurgica – Simile a un sistema GPS, la navigazione neurochirurgica utilizza immagini tridimensionali del cervello per guidare il chirurgo durante l’intervento, riducendo il rischio di danneggiare i tessuti sani circostanti.
  • Chirurgia a Paziente Sveglio – In alcuni casi, il paziente può essere mantenuto sveglio durante l’intervento chirurgico per permettere ai chirurghi di monitorare in tempo reale le funzioni cerebrali critiche, come il linguaggio e il movimento. Questo approccio è particolarmente utile per i tumori situati nelle aree del cervello che controllano funzioni vitali.
  • Chirurgia Laser Assistita – L’uso di laser ad alta precisione consente di vaporizzare il tessuto tumorale con minima invasività, riducendo il sanguinamento e migliorando i tempi di recupero.

Trattamenti Combinati Alternativi alla Chirurgia

Non tutti i tumori cerebrali possono essere trattati con la chirurgia. In questi casi, altre modalità terapeutiche possono essere utilizzate in combinazione per ottenere i migliori risultati possibili:

Radioterapia Stereotassica:  tecniche come la radiochirurgia stereotassica (Gamma Knife, CyberKnife) permettono di somministrare dosi elevate di radiazioni con estrema precisione, riducendo al minimo i danni ai tessuti sani.

Chemioterapia: la chemioterapia può essere utilizzata da sola o in combinazione con la radioterapia per ridurre le dimensioni del tumore e controllare la sua crescita. I farmaci chemioterapici possono essere somministrati per via orale, endovenosa o direttamente nel cervello attraverso un dispositivo chiamato wafer di carmustina.

Terapie Mirate: i farmaci mirati agiscono su specifiche molecole coinvolte nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule tumorali. Ad esempio, gli inibitori di tirosin-chinasi possono bloccare i segnali che promuovono la crescita tumorale.

Immunoterapia: l’immunoterapia stimola il sistema immunitario del paziente a riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Gli inibitori dei checkpoint immunitari e le terapie con cellule CAR-T sono tra le strategie più promettenti in questo campo.

Trattamento Adiuvante alla Chirurgia

Il trattamento adiuvante viene somministrato dopo l’intervento chirurgico per eliminare eventuali cellule tumorali residue e prevenire la recidiva:

Radioterapia Adiuvante: la radioterapia post-operatoria è spesso utilizzata per trattare le aree circostanti il sito del tumore per ridurre il rischio di recidiva. Le tecniche moderne, come la radioterapia conformazionale e la radioterapia a modulazione d’intensità (IMRT), permettono di somministrare radiazioni in modo più preciso e sicuro.

Chemioterapia Adiuvante: la chemioterapia può essere somministrata dopo la chirurgia per distruggere eventuali cellule tumorali microscopiche rimaste. Temozolomide è uno dei farmaci più comunemente utilizzati in questo contesto.

Il trattamento del carcinoma encefalico dipende dal tipo di tumore, dalla sua posizione e dalla sua estensione. Le opzioni terapeutiche possono includere la chirurgia per rimuovere il tumore, la radioterapia per distruggere le cellule tumorali e la chemioterapia per arrestare la crescita del tumore. In alcuni casi, può essere necessaria la combinazione di diverse modalità di trattamento per aumentare le possibilità di successo e migliorare la prognosi del paziente.

Nuovi test genetici sono stati sviluppati per caratterizzare le neoplasie cerebrali e indirizzare le cure in modo più personalizzato. Questi test possono identificare specifiche mutazioni genetiche che guidano il comportamento del tumore e la risposta ai trattamenti, consentendo agli oncologi di pianificare terapie mirate più efficaci.

In conclusione, il carcinoma encefalico rappresenta una sfida importante per la comunità medica e per i pazienti affetti da questa malattia. Grazie agli avanzamenti nella ricerca e nell’innovazione medica, è possibile migliorare le prospettive di guarigione e sopravvivenza dei pazienti affetti da carcinoma encefalico, offrendo nuove speranze nella lotta contro questa devastante patologia del sistema nervoso centrale.

Già professore presso l’Università Vanvitelli di Napoli e Primario della Oncologia medica dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, laureato in Medicina e chirurgia presso l’Università Federico II di Napoli, è l’ideatore di Kerubin.

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